Certificazione unica per la filiera della moda: l’Infrastruttura per la Qualità può rafforzare trasparenza e sostenibilità del sistema
È in discussione alla Camera dei deputati il Disegno di legge annuale per le piccole e medie imprese, che segna un passaggio significativo per il settore della moda italiana. Il provvedimento introduce un regime volontario di “certificazione unica di conformità della filiera della moda”, finalizzata a garantire la tracciabilità lungo tutta la filiera, dalle società capofila ai subfornitori, corrette condizioni di lavoro e rispetto delle regole fiscali e previdenziali.
Nel testo del Ddl sono indicati revisori e società di revisione quali responsabili delle verifiche finalizzate all’ottenimento della certificazione. Tuttavia, il coinvolgimento degli organismi di certificazione garantirebbe maggiore trasparenza, imparzialità e competenza nelle attestazioni, con minori oneri per le imprese.
L’Infrastruttura per la Qualità (IQ), composta da INRiM, UNI, CEI, Accredia, Conforma, Assotic e Unioncamere, sottolinea che coinvolgere anche gli organismi di certificazione e/o di verifica e validazione nella valutazione di conformità della filiera moda consentirebbe una maggiore diversificazione del mercato, evitando concentrazioni, garantendo competenza, indipendenza, elevati standard di qualità e uniformità nelle attestazioni, con minori oneri per le imprese.
Con il comunicato stampa allegato, le componenti dell’Infrastruttura per la Qualità intendono segnalare al Governo la loro disponibilità ad avviare un percorso condiviso che porti ad avere come riferimento delle norme tecniche per la valutazione della conformità finalizzate a garantire legalità, trasparenza e sostenibilità nel settore della moda.
Certificazione unica MODA – Comunicato stampa dell’Infrastruttura per la Qualità Italia







